PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 06/03/2009
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Un fulmine
si levò dal cielo
e riconobbe a stento l’uomo
l’ultimo sole
lasciava la deriva e
l’inchiostro il mare al cielo
in una voce senza casa al passero ferito

chiamò.

Era di vento
nella risacca il buio
la mano ferma a stendere il sinistro
con la luce di Dio
l’alba rivesti
il giorno.

Stagiona
il tempo sulle cose
il ramo, al genuflesso sguardo della luna
s’avvinse e decrittò la vita
nei risvegli di parole

i dipinti sulle scene scarne
sorrisero di colori
e ne colse il guardare.

Respirandosi.

Un canto virgola il cielo.
È, Primavera.

~ © Nunzio Buono ~
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una bella poesia

il 07/03/2009 alle 08:19