quello a cui parlo non mi ascolta
e quello che dico dovrebbe colpirlo
gli serve e ripeto più volte le cose
ma è troppo lontano da me
troppi livelli mentali più in basso
chiuso in un buco da verme e acefalo
morti i pensieri e embrioni le idee-
dio mio, non lo sopporto.
sono esausto e fiaccato e depresso e
fa pena quest’anima e il mio essere consapevole
della squallida sorte che lo aspetta,
nel torto avrò io la tristezza
ma adesso che fisso quel volto
mi sento crollare e alla fine mi pento e mi fermo:
è più forte di me e ha ragione ed ha vinto, sopra
i sensi peggiori e più stupidi,
sono io che sbaglio e la smetto
di parlare, di parlargli, di provarci.
mi sposto e mi siedo e non parlo
da quattro minuti contati
lui non lo ha neanche notato
e continua a parlare da solo.