PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 25/08/2002
Ho visto sulla via del porto
Una manciata di cavalli
Tristi
Stranieri
Raggruppati
Asserragliati
Pronti per il gran massacro.
Occhi tristi
Senza nitriti e code al vento
Su praterie che non vedranno mai
Lungo spiagge bianche
Che non sanno neppure immaginare.
Nati per farsi mangiare,
Anche se per un po’,
Hanno amato
La mano che li conduce,ora, a morte.
Non sanno implorare
Pregare
Perdonare
Capire
Conoscono solo
Le ragioni d’un uomo
Comune e perverso
Che li incita
Mentre beve vino
A una bottiglia sporca di sangue
Al traguardo ultimo
Fatto di patate e insalata.
Non sanno neppure di dover morire
Per altri
Senza martirio o sacrificio
Solo per rimpizzar corpi
Privi di anima
Di chi si nutre
Uccidendo.
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Grazie per il commento.
La scena alla quale ho assistito (un trasporto di cavalli ammassati su di un camion, in un giorno di caldo torrido come un normale giorno estivo dalle mie parti, all'uscita dal porto), mista a un mio particolare stato d'animo, mi ha lasciato intravedere quello che sarebbe potuta essere la disperazione di quelle povere bestie. Ovviamente il discorso è estensibile a ogni specie di animali. Ma i cavalli colpiscono spesso l'immaginazione (immaginifico) nostro e sono il simbolo della libertà.
Tutto qui.
Grazia.
N.

il 25/08/2002 alle 17:44

scusa nemo l'ho pensato e non l'ho scritto il commento
è bellissima , triste ma purtroppo vera!
una realtà che non si dovrebbe mai affrontare
hai espresso con semplicità e chiarezza e come sempre come poeta non ti smentisci mai! con affetto MG

il 25/08/2002 alle 22:49

Il dolore si manifesta sotto molteplici vesti.
Una è quella.
Anche se non ci appartriene, anche se ne siamo complici!
Grazie.
N.

il 25/08/2002 alle 23:00

Hai già detto tutto, anch'io sono vegetariano per scelta, proprio perché non capisco il nostro diritto di uccidere alltri esseri viventi (e anche le piante, lo sono!), ma in particolare esseri intelligenti che sanno interagire con l'uomo ed anche amarlo...
Chissà, se un domani...
Axel

il 26/08/2002 alle 13:10

Non sono vegetariano.
Mangio la carne (o il pesce) quando mi va. A volte sto settimane con verdura e formaggi.
L'immagine di quei cavalli portati al macello mi ha colpito e sconvolto. Non come una verginella in fiore..... ma ho avvertito il silente grido di dolore e la paura di quegli animali!
E ho avuto paura anch'io.
Grazie.
N.

il 26/08/2002 alle 14:08

...davvero affascinante...grazie per avermela consigliata...con questi versi hai reso molto bene l'idea di un triste destino deciso da altri, è un gran problema..a volte anche nostro, quando ci fidiamo di persone che in realtà ci usano per i loro interessi...e noi li seguiamo fino al nostro macello.Days

il 28/08/2002 alle 18:30

Perfetto, mio caro amico!
Ora pensa che molti di quelli che ci circondano sono veri e propri cannibali; ma invece di manguare i corpi dei propri simili, divorano le loro menti, i loro spiriti.
Grazie del commento.
N.

il 29/08/2002 alle 07:55

mah
per me è difficile commentare questo genere di poesie.
ho sempre pensato che l'uomo, per altro nato per nutrirsi di tutto, scelga animali a cui affezionarsi ed altri da dimenticare.
animali di serie a e b insomma.
pochi pensano a mucche maiali galline oche inchiodate a meno 40 dalle quali si strappano piumette rivendute a peso d'oro all'etto. da vive.
la composizione fa venire il groppo alla gola.
del resto se un animale ti guarda..
non è solo un "animale"
rst

il 31/05/2008 alle 21:50

Scritta di ritorno dopo aver composto Labile confine.
Non amo molto la carne.
Ma ci sono animali che hanno lo sguardo... molto umano; come cavalli.
Qui, dalle mie parti, si mangia la loro carne. Io, no.
Come detesto il maiale, il pollo e il polame, la cacciagione.
Ma non per questo... non amo la carne...

il 31/05/2008 alle 21:54