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Pubblicata il 21/02/2009
Avevi tra le tue mani consunte
una pelle così lustra e tirata, sottile
quasi fosse trasparente,
con quelle vene asciutte come rivo
in secca dove sembrava che la Vita
più non scorresse via
e dagli occhi scendeva un umore
che assomigliava a lacrime di pianto.

Te ne stavi sull'uscio a subire le offese
del Tempo, un mucchietto d'ossa come
passero d'inverno,
della gioventù ti era rimasto dentro al fondo
degli occhi quella fiammella d'un passione
mai sopita di quando abbassavi lo sguardo
davanti a lui diventando tutta rossa
con i brividi che ti correvano lungo la schiena
per la pazzia dell'Amore
ed era fuoco da ardere anche l'anima
quando il suo fiato caldo si mischiava col tuo,
quando ti parlava fitto fitto tra i capelli
che sapevano di lavanda,
quando si avvicinava alle tue labbra
rosse ciliegie cariche di sole bruciante.

Eri sulla seggiola piccola e spagliata
a girare e rigirare i grani di quel rosario,
lucidi e levigati come ciottoli che l'acqua trascina,
dicevi la corona per tuo figlio mai più ritornato
da Nikolajevka dove ora ha per tomba
una terra nera e ghiacciata e per croce dei
girasoli ubriachi di luce.

La dicevi per tutti questa corona
anche per i nipoti più giovani che non sanno più
pregare, che non credono più a nulla ed a nessuno,
che non hanno più rispetto né per la Vita né
per la Morte
un filo di voce usciva fuori da quel corpo
raggomitolato per volare lassù con la forza
dell'aquila da quel Padre che ci carica
le spalle della sua dura Volontà...
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Jul

Dolcissima nonna Filomena ,avvocata di figli e nipoti che non la dimenticheranno!

il 21/02/2009 alle 19:34

le nonne, se non ci fossero dovrebbero inventarle!
Bella come solo tu, zvanì, sei capace
un abbraccio affettuoso
Vinc

il 21/02/2009 alle 20:53

La tua poesia, perdutamente nostalgica,
lucidamente rammemorante,
sa davvero di quel profumo di lavanda
e brillano questi versi come la pelle di quelle ciliegie.
Una malinconia, uno, mille ricordi ci rendono affini oltre al nome delle nostre nonne, Filomena,
entrambe coi capelli "che sapevano di lavanda".
entrambe al di là di questa valle,
entrambe amate dai nipoti.
Ti ho letto con attimi di sincera commozione
Cari saluti
Y

il 21/02/2009 alle 21:20

era diventata così mia madre, un mucchietto d'ossa e le vene asciutte come un rivo..grazie per l'emozione che mi ha sommersa come uno tzunami..grazie Gianni

il 21/02/2009 alle 22:24

Un caloroso abbraccio da Zio Gianni
a te, moglie e nipoti.
Mi hai colpito nel cuore. Altro dir non si può!
Ciao Giani de Mestr.

il 21/02/2009 alle 22:35

ostregheta!!! ho dimenticato la cosa più importante.
Nonna Filomena è anche mia Madre che se n'è
andata nel 2004 alla veneranda età di 94 anni.
Era come nella tua poesia nonna Filomena madre mia.
Ariciao Giani!!!!

il 21/02/2009 alle 22:47