Io musicante,
la faccia storta
ed il sorriso stampato
su un cartellone in lontananza
l’immancabile gilè
e le basette folte
e quel mio nome da balera,
nei locali sempre uguali io,
a tirar tardi
tra volti noti e deja vù.
Non una vita
ma un misero cachet pesa
dentro a queste tasche vuote
melodici valzer
e languidi flamenchi
scuotono il mio petto
e nelle lunghe sere d’estate,
stonate note d’allegria
illudono alla vita.
Di trascinate albe
filtra, tra polverose tende,
la prima luce
ed io, musicante,
senza più un’anima,
suono una musica vera.