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Pubblicata il 12/02/2009
“Mentre mi avviavo ad un incontro
mi venne il triste dubbio
che mi chiederanno del denaro
quel danaro che ho tanto faticato
che nel vederlo crescere mi dava una gran gioia

e con quel triste tarlo
mi ritrovai davanti a uno steccato
sul quale si leggeva
“casa dell’orfano di guerra”
E mentre mi accingevo presi il portafogli
e lo nascosi certo di non farmelo rubare

sentii una flebile vocina che diceva
“ciao signore”
con sguardo attento e mani sulla tasca
guardai quel bimbo ossuto dal ventre esagerato
con occhi neri come la notte che sprigionavan
luce più luce del mattino

ecco ora ci siamo.. presi una moneta e poggiandola su
quel esile manina mi disse con voce certa
no signore non è di quel denaro che
sentiamo la mancanza quel poco che ci danno
e sufficiente ad abbandonar la fame

Noi ci sentiamo soli si soli e abbandonati
La vita e stata tolta ai miei più cari
Son le carezze della mamma e gli abbracci di papà
Che noi non proverem mai più

Mentre quella lacrima che gli solcava il voto
Mi disse fiero “ ciao signore”
Li per li ammutolito pensavo al quel denaro
Che da sempre ho tanto amato
A pensar che forse l’orfano ero io
senza affetti e senza amici

Allora io decisi
E con voce roca dissi “ vieni bambino ”
E per la prima volta sentii bagnarmi il viso
Pulendomi le guanci gridai
Vieni abbraccia il tuo papà

covinet
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Hai messo in questi versi dei sentimenti che ti onorano. Complimenti
un saluto
helan

il 12/02/2009 alle 19:26