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Pubblicata il 07/02/2009
Asintoto Religio

Il Veda ti vuole benedetto e riconoscente,
la Bibbia caritatevole e per la pace,
il Corano misericordioso per il sofferente,
il Buddismo distaccato dal senso mendace,
lo Zend Avesta libero dalla malvagità.
Tutti ti vogliono incarnazione dell’amore,
tu hai dimenticato chi sei e dall’eternità
ti crògioli nella miseranda bestialità
che è al di sotto di qualsiasi animalità,
perché sei lo speciale urlo messianico
di un’aria immota che amplifica sinfonie
tra malinconici richiami, colomba di pace,
e ciò ti accresce l’infimo demoniaco
che ti vorrebbe primo potere al mondo.
Tra amorosi sospiri e urli strazianti,
trapassi la muraglia di giunchi addormentati,
e con maestosa dignità di risvegliato
ti perdi e ti ritrovi nell’infinito amore
tra gli infimi della prossima parusìa,
e l'unità di tutta questa creazione,
affermata dagli antichi veggenti,
dimostra in te puro amore in azione.
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un impasto di religioni ecredi che mi ha lasciata moltoperplessa, non oso dirti le conclusioni cuisono giunta ma certo ho male interpretato
tisorrido

il 07/02/2009 alle 11:09

ps
non è mio l'1 ,ma certo del solito critico che si crede perfetto

il 07/02/2009 alle 11:10

Hai perfettamente indicato sinotticamente gli aspetti fondamentali delle principali religioni. So che hai conoscenze notevolmente approfondite in materia. Ti rivolgo una domanda se credi di rispondermi. Non è l'incarnazione, il vero peccato originale dell'umanità? Se il creatore ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, perchè ora abbiamo bisogno di corpi? Un caro saluto dal tuo amico Giorgio.

il 07/02/2009 alle 11:39

Ciao Giorgio, risponderò per tutti coloro che mi leggono.

È noto a tutti che la cosa più temuta dal senso dell’io è la morte. Distruggendo la Forma viene distrutto anche lo stesso ego o senso dell’io, ad essa legata, Ma cos’è realmente la morte?
È la dissoluzione del corpoforma nei suoi elementi sottili tra cui prevale l’ego, nato con quel corpoforma. È dunque l’ego che invero nasce e muore!
Il fisico si disintegra nei suoi minimi elementi mentre l’Io-Sé è immortale quindi non potrà mai nascere né mai morire, la vita è quindi immortale “in Sé”, ogni tanto si riveste di un corpo-forma, cioè di un ego, per uno scopo ben preciso da portare a compimento nel brevissimo periodo di tempo disponibile come Forma e che è di fatto lo “scopo” per quella incarnazione. Ci si potrebbe chiedere a cosa serve tutto questo
ambaradàn chiamato esistenza se è tutto irreale e lo scopo della
vita è divenire consapevoli proprio dell’irrealtà di tutto ciò?
Il Vedanta parla di “lila”, “gioco divino”, tutto sarebbe solo un gioco della Coscienza Cosmica. Mi rendo conto che molti si metteranno a ridere e molti altri si potranno anche sentire offesi nella loro “intelligenza” presa “in giro” da una tale definizione.
La mente, l’intelletto, non potranno mai accettare una cosa del genere siffatta, una tale assurdità che ha il sapore della bufala o presa in giro, ma vi garantisco che tutto è un gioco cosmico.
La sola Realtà è il Sat-Cit-Ananda che nel cristianesimo è omeomorfico a Cristo, che s’incarnò anche in Gesù ed è l’immagine suprema in tutto l’essere, in partocolare in quello umano, solo quando il cuore è puro, potrà comprendere e “vedere” che tutto è solo un gioco!
La ricerca spirituale non potrà mai dirsi conclusa fino a che l’esperienza dell’Essenza spirituale o Sé non sarà fatta in piena consapevolezza da incarnato in un corpo umano vivo e vegeto.
Per quanto riguarda l’argomento Reincarnazione tengo a precisare che essa è una concezione più che teologica, è la natura stessa della vita, perciò direi che è naturalmente logica e rispecchia non solo la legge di Lvoisier in chimica ma soprattutto la legge di Causa-Effetto o legge del Karman, appartenente all’Ordine Esplicato sottile della Filosofia o Religione Perenne posta in tutti i Sacri Testi, anche quelli cristiani! Tutti gli esseri che hanno ricevuto la grande opportunità di rivestirsi di un corpo umano hanno il primario dovere di realizzarne lo scopo preservando il proprio corpo fisico il più efficiente possibile, in modo da potersi applicare alla realizzazione di questo scopo: conoscersi bene e applicarsi alle cose dello Spirito col massimo rendimento possibile, che è come dire “conoscere, amare, servire Dio”, come bene diceva il precedente catechismo cattocristiano.
Questa mia riflessione è una lettura delle Parole del Messaggio Universale scritto in tutta la Materia, questo Cosmo ne è una particolare manifestazione. Poiché il Nome di Colui che scrive il Messaggio coincide con lo stesso Messaggio, leggendoLo è come leggere la Parola stessa dello Scrittore Cosmico, è leggere il Suo Verbo.
Per un cristiano è seguire la Parola di Gesù: Amore.
Poichè infine, il Nome di Dio coincide con Dio Stesso, è Dio, ecco che leggendo la Parola o Verbo, è come leggere-parlare con lo stesso Dio-Persona. Ma forse leggerLa solo non basta, bisognerebbe pure sforzarsi di cuore per metterLa in pratica, come per la Fisica Teorica: serve sperimentarne i Princìpi Teoretici per trasformarla in Legge.
Sappiamo tutti che la teoria senza la pratica è inutile, nel campo materiale e più ancora in quello spirituale. La mera conoscenza di per se serve a poco o niente. Oggi questa azione pratica scarseggia moltissimo, mentre troviamo tante persone competenti, esperte ma inefficienti. Parolai, solo parolai!
Rifletti: da sempre qualcosa dentro di noi ci spinge a cercare e a capire cosa mai sia questo mondo in cui viviamo, se corrisponde a ciò che chiamiamo ordinariamente realtà, verità o a queste parole corrisponde qualcosa d’altro di non facile definizione, fuori dalla casualità irrealistica del noto Principio di Indeterminazione che meglio si attaglia alle patologie psicologiche dello spazio mentale insicuro di tutto e di tutti, anche di sé stesso come essere pensante intelligente e autodiscriminante.
Siamo consapevoli che tutto ciò che ci circonda, il nostro stesso corpo, cambia in continuazione e non può rientrare nei parametri di realtà e di verità. Il ragionamento ci porta a dire che è solo la Verità Ultima l’Assoluta immutabile, che da sempre ci strugge dentro e ci stimola. Abbiamo capito che Essa è immutabile, eterna, ed è la sola che si possa chiamare realtà. Ma una cosa è capirlo, altra cosa è viverlo, cioè esserlo in piena consapevolezza.
La ricerca di questa verità, della Verità, è parte della natura più nascosta nel profondo del cuore, del nostro vero essere, perciò, prima o poi, Essa tende a polarizzare la nostra intelligenza sui soliti esistenziali perché:
Chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando? Che cos’è l’Essere? Che cos’è l’Universo? Qual’è lo scopo della vita?
Sono tutti interrogativi che la coscienza matura, stimolata dall’interno e rivolta all’essenza delle cose, si pone da sempre, dandosi risposte che sono sempre state in funzione diretta del proprio grado evolutivo legato non solo allo stato psicofisiologico ma soprattutto trascendente tale stato, quindi spirituale, al di là della coscienza mentale egoistica.

Ecco allora che la tua osservazione riguardo al “peccato originale” decade perché la natura vera dell’essere umano in particolare è divina e non peccaminosa!
Se l’uomo comprende questa verità si rende conto che Cristo è nel suo cuore, allora sarà pervaso anche la sua mente da questa verità e l’ego resterà accucciato ai suoi piedi, perderà il malefico pungiglione. A questo punto, come diceva anche Maometto nelle sue meditazioni “Allah, Io sono Allah!”, il Jivanmukti, il realizzato in vita, vivrà come Gesù Cristo in terra.

Grazie della domanda e scusa la risposta prolissa.

Vincenzo

il 07/02/2009 alle 12:28

Grazie Vincenzo, la tua risposta è stata veramente esauriente. Mi sonto stampato il testo per conservarlo studiarlo e confrontarlo nei miei prossimi studi. Te ne sono veramente grato. Un carissimo saluto. Giorgio

il 07/02/2009 alle 12:47

il figlio di Dio aveva il paradiso e gli è stato negato non per il peccato di lussuria come spesso si sente dire , ma per quello molto più grave della superbia di poter essere a Lui uguale, credo e tutti gli studi umanistici e teologi hanno confermato che nessuno sappia dire perchè se esiste una mente suprema abbia pensato alla creazione, e quindi non ci è dato neppure di sapere se e perchè abbiamo bisogno di corpi per esistere, di certo li abbiamo.
Io non sono niente e nessuno anche se cerco di approfondire come meglio posso le mie conoscenze su tutto, anche in materia religiosa, il poeta ha avuto un gran coraggio a tentare in poche rime di condensare la materia su cui grandi menti disputano da sempre, e neanche il lunghissimo commento risposta mi ha chiarito il fatto dell'incomprensione di quanto ha voluto esprimere.
Scusatemi entrambi, ma questo è il mio pensiero.

il 07/02/2009 alle 17:03

Una poesia ben slanciata,
poeticamente colta,
essenzialmente riflessiva,
sostanzialmente metafisica.
Davvero una bella poesia
Saluti
Y

il 07/02/2009 alle 20:46

La tua risposta, come dici tu "prolissa", è molto,
molto interessante; ed è prolissa nela sede in
cui risponde, cioè qui.
Ma dice l'essenziale, del quale ho trovato una condivisione solo fino a un certo punto,
ovvero fino a dove conclude il discorso sul senso della morte.
Da qui in poi ti agganci ad un discorso in cui mischi molte molte,
troppe, diverse cose, forse a causa della troppa prolissità;
al che la tua risposta parziale pone molti
interrogativi interessanti di cui tu hai fornito le tue prospettive,
e penso che chi le abbia lette
abbia tratto con ciò le proprie conclusini,
molteplici, diffenrenti come questa molto singolare.
Saluti
Y

il 07/02/2009 alle 21:00

Non scusarti mia cara, di cosa, poi?
Rispetto il tuo pensiero, però una cosa devo dirti, di
cui ne sono certo:
TU NON SEI NIENTE!
Come dicono i Sacri Testi: TU SEI QUELLO!
Un abbraccio affettuoso
Vincenzo

il 07/02/2009 alle 21:27

Ti ringrazio amico, sei gentile e dotto!
Un caro saluto.
Vincenzo

il 07/02/2009 alle 21:28

anche TU SEI QUELLO e non per le parole della canzone della Berti,( he he he) ma per quello che tu a me hai detto, non certo in spirito di umiltà, ma atteggiandosi a colui cui è dato giudicare pur non conoscendomi minimamente
io semplicemente e senza nessun sentore polemico ribadisco:

nella VERA umiltà vive la grandezza

che ti sia lieto il giorno

il 08/02/2009 alle 09:20

C'è dell'astio nelle tue parole, e me ne dispiace,
anche perchè non ne vedo il motivo.
Comunque sia, ho solo citato Sacri Testi, se non è
umiltà questa... non pretendo di conoscere una persona
per dirle, in quanto essere umano, Tat tvam asi,
ma se ritieni l'annichilirsi dell'uomo vera umiltà....
anche Gesù annichilì in croce il suo corpo, ma non
la sua uomanità ...

che ti sia lieto il giorno anche a te, mia cara

Vincenzo

il 08/02/2009 alle 09:35

il tuo sunto delle religioni illumina quelli che sono nel buio, i superficiali, gli agnostici, quelli che non prendono una netta posizione contro il male...bella ed intensa, una delle migliori...un caro saluto...gianni

il 15/02/2009 alle 13:25

grazie

il 23/02/2009 alle 21:21

Mi sembrava strano che il problema religioso non scatenasse commenti più "estesi". Azzeccato il titolo "asintoto", complimenti. Mio padre era solito dire: "Ogni testa un tribunal ! " nel senso che ognuno ha una sua opinione personale. Anche io ho fatto anni ed anni di personali ricerche, non solo leggendo ed informandomi, ma anche toccando con mano... ed immergendomi anche... Siamo molto simili credo.
Complimenti ancora Fabio

il 05/04/2009 alle 14:01

Complimenti a te, caro Fabio!
D.

il 09/05/2009 alle 16:28