C’è un paese all’ombra di una montagna
disteso su prati che la rugiada bagna,
baciato dal sole estivo d’agosto
ove si munge e si fa il mosto.
È un paese lambito da un vento lontano,
è un paese che tutti chiamano Romezzano.

Qui la fertile terra fiorisce nei prati
qui dominano torrenti incontrastati;
in questo luogo la natura è sovrana,
dove alta vola la maestosa poiana
dove il cinghiale nel sottobosco zampetta
e dove allegro il passero cinguetta.

Dove sfrecciano le rondini agili e veloci
e dove dei bimbi felici s’intreccian le voci;
quest’è il posto dove son cresciuto
da bimbo poi adulto son divenuto.
È il paese che sempre ho amato e cercato
e anche quello in cui mi sono innamorato.

Qui conobbi molti amici allegri e sinceri,
mai più ne conobbi di così schietti e veri.
C’erano Fabio, Igor, Marco e Franco
con loro mai mi capitò d’esser stanco.
E ancora incontrai Alessandro e Raffaele,
ma come dimenticarsi di Borriello Daniele

Insieme a noi c’erano tante dolci ragazze,
tutte carine, alcune davvero molto pazze.
Conobbi Vanessa, Claudia, Loredana e Vera,
che mi parevan più graziose sul far della sera.
Di Jessica, Katia e Roberta divenni amico,
ma con Eleonora non so più che dico.

L’amore mio per lei cresce ogni giorno
anche quando al paese d’estate faccio ritorno;
qui a volte sto con i suoceri o i genitori,
qui è dove passo tutto il mio tempo fuori
ad assaporar della natura la voce soave,
o a visitar il Penna, il Rì o la Nave.

La leggera brezza del paese mi sfiora,
il calore del suo sole estivo m’accalora.
Sul mio viso incessante la pioggia batte,
e l’animo mio tace, più non combatte.
Sempre qui vorrò tutta la vita ritornare
in quest’impervio borgo che ha saputo farsi amare.

Immergermi vorrei nelle sue sterminate foreste,
nei suoi orticelli, in quell’atmosfera agreste;
dove crescono querce, castagni, faggi, noci
e dove mai s’arrestano dei contadini le voci.
Lambisce il mio viso ancora quel vento lontano,
per sempre, in eterno amerò Romezzano.