Ondeggia il varco della mia sospensione.
L'ugola del deserto ne evoca
rotondità di altre notti.
Notti di Venere, rubiconde e solidali.
Notti balzanti come nibbi
dalla roccia, che ispirano
l'innamorato a cogliere flutti
di sabbie bianche;
voraci femmine di ghepardo,
rovesci di piogge smaniose,
splendore d'iridi nascoste oltre
una trincea di cortecce.
La mia mano scopre
i violini dalle custodie.