Superlativa, cara Lilli, nell'evidenziare i molteplici stati dell'essere, la dualità delle cose, colta a seconda del filtro personale di chi vive l'esperienza.
Bellissimo spunto da meditare, come il koan Zen delle montagne e i fiumi, che mantengono la propria identità, a prescindere dalla visione dell'osservasore.
Molto apprezzata e in molte immagini l'ho sentita "mia".
Un abbraccio
Axel
Come poeta(per mia presunzione) mi sento
descritto bene quando scrivi :
"La notte di.....indefinitezza."
Versi malinconici ma i tuoi versi
fruttano sincerità.
La domanda finale secondo me
resta sospesa...
Bella notte
Davide
Di alta tensione semantica si veste questa poesia,
intrisa com'è da significati molteplici e simbolici.
Il titolo, che riprendi dall'autore citato,
sarebbe per un logico una tautologia,
ma per un poeta una provocazione come tu suggerisci,
o anche un gioco di parole finalizzato a pensare
al ruolo sovrano che l'insieme delle paorole e dei versi rivestono.
La rosa, il vino, la notte: che combinazioni segrete!
Una tripartizione che tocca tutti sensi,
e forse anche il senso senso.
Un buona poesia
Ciao lilli
Y
per la Stein la parola doveva essere assolutamente "naturale" libera da orpelli per poter riprodurre la realtà,
con l' ‘associazione di sentimento’ si poneva la possibilità che il lettore potesse essere condizionato da immagini, simboli, presumibilmente fuorvianti rispetto a ciò che la realtà stessa, di per sé, rappresentava.
ma questo non è possibile per la poesia, penso, ed ho tentato, a modo mio, di darna una modesta dimostrazione.Grazie per l'attenzione
ciao
lilli