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Pubblicata il 25/01/2009
Sorge a oriente un sole livido
lambito da stracciate nubi bianche
e tutto l'esser mio scuote un brivido,
quando alfin poserò le membra stanche;

Termina un altro giorno di fatica,
in cui il sol anelito è il dormire;
e ancor ripenso a te, mia dolce amica:
è soave per noi due il giorno finire.

Ma tutto intorno a me si fa indistinto,
oscuro, incerto, di nebbia sfumato
al par di misterioso, arcano dipinto.
Allor l'animo mio si ritrae spaventato.

Ma ancor in me fiorisce speranza,
ch'indomita esilia paura e sconforto;
alla pace tutto me stesso alfin porto,
quando mi desto sereno nella mia stanza.
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Jul

E' ben scritta ed altri dovrebbero leggerla.
Jul

il 25/01/2009 alle 13:46
ram

Bel ritratto di quotidianetà,
i sentimenti superano anche
la fatica.

Bravo ciao ram

il 25/01/2009 alle 15:11

Cribio! Mi stava per sfuggire questa poesia,
che dico?, questa lirica di alto livello!
Davvero bella nei contenuti e nella forma.
Un lavoro non da poco, tutt'altro.
Complimenti
Yorck

il 26/01/2009 alle 15:38