PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 22/01/2009
A te, che più non so con quale stoffa
l'Artefice t'ha intessuto 'l cor
che gagliardo ti ondeggia nel petto,
giammai potrò strapparti via l'amor,
il mio, se non strappando il tuo cuore stesso.

Dirti addio è nulla; vederti piangere
è come morire sotto una pioggia ghiacciata
di sangue che urla dal tremore,
lasciando ogni mio langue sguardo
in un'aspra pozzanghera di dolore.
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ram

...in un' aspra pozzanghera di dolore...
sublime, releghi il dolore al suo posto. Una pozzanghera giace in terra per pochi giorni prima di seccarsi. Vero, si forma dopo il brutto tempo ed è li a ricordartelo. Ti puopi anche insozzare se ci caschi per sbaglio. Però va via scompare, come per il dolore.
Complimenti.
Ciao Davide

il 22/01/2009 alle 17:33

In un addio ci sono sempre parole aspre, un pizzicco di dolore ed il cuore crepato. Non ci son addii poco sofferti.
L'arrivederci potrebbe attenuare un poco le lacrime, ma forse è solo effetto placebo e parola vuota di senso

Il dolore va vissuto tutto come l'amore, espiato, capito e superato in attesa che la pozzanghera s'asciughi almeno un poco

Smack
liz

il 22/01/2009 alle 19:31

Quando l'amore radica in un altro cuore è davvero
difficile strapparlo via. Resta un sordo dolore, dopo
un addio,ma bisogna ricominciare a vivere perchè
nel futuro c'è sempre speranza.
Unnnnnn caro saluto
helan

il 22/01/2009 alle 20:11

Scusa quell'unnnnn, mi è scappato e me ne sono accorta dopo. Ciao

il 22/01/2009 alle 20:13
Jul

L'addio è atroce, equivale alla catalessi.

il 22/01/2009 alle 20:57

...lascia senza fiato.. meravigliosa.
piaciuta tanto

il 22/01/2009 alle 21:07

Ecco una poesia che ha turbato assai i miei sensi.
Hai raccontato qualcosa che avevo rinchiuso
in uno dei tanti cassetti reconditi della memoria.

Questa poesia mi ha dilaniato il petto.
Sappilo.

il 22/01/2009 alle 21:37

Come ognuno che abbia un cuore nel petto,
dire addio è cosa tremenda...da qui le mie parole
che la narrano, parole che ho cercato senza fatica
perchè mi sgorgavano dal dolore stesso.
Sì, Alessandra, qui ogni parola è sofferta.
Ti ringrazio.
Yorck

il 22/01/2009 alle 22:20

Grazie Davide per il tuo commento meditato.
Ciao
Yorck

il 22/01/2009 alle 22:21

Grazie liz.
Ho apprezzato molto le tue parole sensibili
come se mi avessi dato una carezza.
A presto
Yorck

il 22/01/2009 alle 22:26

amor che nullo amato amar perdona....questo addio mi stringe il cuore di tristezza che si specchia nella pozzanghera del dolore
u7n caro saluto
lilli

il 22/01/2009 alle 22:31

O helan, poetessa del dolore e della speranza,
e tenera saggia, al tuo commento presterò ascolto
come alle parole di una amica.
Un caro saluto
Yorck

il 22/01/2009 alle 22:32

Che dir, lo nostro Yorck è delizia pur, e più, nel macabro strazio! Enchanté!!!

il 22/01/2009 alle 22:35

Grazie Giulia per l'applicazione con cui leggi
tutte le mie, come le altre poesie.
Devi essere una lettrice instancabile.
A presto
Yorck

il 22/01/2009 alle 22:36

Piacere mio di aver potuto piacere.
Un saluto
Yorck

il 22/01/2009 alle 22:38

In un altro commento tu ti eri espressa così:
"alla prossima tenzone"...eccola.
Era qui che ti aspettava.
Non so che cassetto ho aperto inavvertitamente,
forse lo stesso che io ho appena socchiuso.
Ma so che mi perdonerai per questa mia poesia
quando l'asprezza dell'addio avrà, in un'altra,
lasciato il posto ad una tensione gioiosa.
E' una promessa.
Yorck

il 22/01/2009 alle 22:48

Grazie, lilli, oltre che per il richiamo all'immortale
verso dantesco, che ben s'appresta al senso
della mia poesia, per la tua vicinanza nel dolore,
e in generale per quella che sei - sentendo.
Un caro saluto
Yorck

il 22/01/2009 alle 22:52

Merci beaucoup pour ton commentaire trés gentil.
Au revoir
Yorck

il 22/01/2009 alle 22:59

Alle volte dire addio non è la soluzione migliore, anzi è solo un modo per liberarsi di qualcosa di cui non si abbia il coraggio di vivere.....

il 22/01/2009 alle 23:22

La tua bellissima poesia mi ha fatto venire in mente una canzone d'amore che mi piace molto; forse non molto conosciuta quì in Italia: " ne me quittes pas ".
" ...non mi lasciare, non piangerò più, non parlerò più, mi nasconderò lì a guardarti danzare e sorridere e ad ascoltarti cantare e poi ridere, lasciami diventare l'ombra della tua ombra, l'ombra della tua mano, l'ombra del tuo cane, non mi lasciare, non mi lasciare... "
Un caro saluto. Sandra.

il 22/01/2009 alle 23:27

Yorck sei sempre molto dolce nei tuoi commenti e nelle tue risposte. Grazie.ciao

il 22/01/2009 alle 23:30

Cara lips (posso appellarti così?) hai detto bene.
Hai detto l'essenziale: "Alle volte"...purtoppo
è come dici tu, ma, come hai premesso, solo
"alle volte"...e sempre alle volte è meglio un dolore immenso che un dolore a spizzico.
Ma che te lo dico a fare? Forse lo sai meglio di me.
Quanto al "coraggio di vivere", con te, lips, sarò sincero; talvolta lo perdo, ma non è quello il punto
della mia poesia.
Ti saluto, non prima, però, di avere il piacere
di darti il benvenuto su ph.
A presto
Yorck

il 22/01/2009 alle 23:39

Ciao Sandra.
Non so se quella canzone in Italia sia poi tanto
sconosciuta, dopotutto è la più famosa di Jeaques Brèl,
il quale è come dire De Andrè in Italia, infatti
erano quasi contemporanei,
alcolizzati, ed entrambi non scrivevano
canzonette, ma poesie vere e proprie.
Trovo pertinente la tua associazione, ma è curioso
che tu mi abbia riportato quei versi e non i primi
che più potrebbero essere associati alla mia poesia,
i quali fanno:
"bisogna dimenticare..
tutto si più dimenticare...
dimenticare il tempo dei malintesi...
e il tempo a chiedersi come..
dimenticare queste ore che uccidevano
a volte a colpi di perché
il cuore della felicità";
ma in francese suonano molto meglio:
"Il faut oublier
Tout peut s'oublier
Qui s'enfuit déjà
Oublier le temps
Des malentendus
Et le temps perdu
A savoir comment
Oublier ces heures
Qui tuaient parfois
A coups de pourquoi
Le coeur du bonheur"...
Comunque mi sembra che Fabio Califfano
ne abbia ripreso la musica è modificato il testo.
Ma non lo so con certezza, dovrei informarmi.
Grazie per avermela ricordata, l'andrò ad acoltarmela,
anche se è di una tristezza infinita,
magari mi servirà per sfogarmi un po'.
Un caro saluto e grazie per il commento
Yorck

il 23/01/2009 alle 00:00

Anche tu sei molto dolce, e non solo
nei tuoi commenti o nelle tue risposte,
ma anche nelle tue poesie, in tutte quelle che hai
messo su ph, e che ho letto tutte con gran piacere.
E poi: io penso che tu sia dolce in quanto tale.
Compiaciamocene di questa dolcezza..
Nelle tue poesie è sempre là a fare da luce
ai tuoi pensieri...come nella tua ultima che, come ti ho scritto,
mi ha toccato particolarmente.
Un caro abbraccio
Yorck

il 23/01/2009 alle 00:10

Ciao York.
L'intera canzone potrebbe essere associata alla tua poesia ma la tristezza che ho provato leggendola, mi ha portato a preferire quei versi. ..." diventare l'ombra della tua ombra"....
Grazie per la tua risposta molto gradita. Ciao. Sandra.

il 23/01/2009 alle 01:21

Scritta da mano sapiente. Gradevole lo stile leggermente classicheggiante, mentre il contenuto non concede compromessi: dolore puro! Piaciutissima! Ciao, Fabio.

il 23/01/2009 alle 07:18

in verità non esiste mai un addio, solo un intervallo fra un dolore e uno più grande
stilisticamente non capisco perchè avendo cominciato classicheggiando con i tronchi, poi ti sei interrotto...
saludos

il 23/01/2009 alle 08:53

Ciao my Lady
in effetti sembrano due composizioni, come se il poeta di fosse scisso e parlasse prima all'amata (in termini aulici) e poi a se stesso...
Solo York potrà rivelare l'arcano..
buona giornata
smack
liz

il 23/01/2009 alle 09:24

Grazie Fabio.
Lo so, con questa penso di avere sfiorato il lacerante...
Ciao
Yorck

il 23/01/2009 alle 11:15

L'arcano è già stato disvelato in parte da questo tuo commento.
Nella prima stanza ho voluto parlare di una lei in forma lirica, per mettere in risalto la grandezza del suo cuore e del suo amore per me...
Nella seconda ho voluto abbassare i toni per mettere in rilievo il fatto drammatico, del tutto umano, troppo umano, che il mio addio comportava, preannunciato negli ultimi due versi della prima stanza.
Lei è come la nota figura della "donna angelo", e di ella ho desiderato mostrare la grandezza; io sono posto come l'arcinota figura del "poeta maledetto" in disperazione per l'aspro addio.
O almeno queste erano le mie intenzioni emotive, stilistiche e figurative che desideravo mettere in poesia...
Spero di aver chiarito quanto eravate, gentilmente, interessate a comprendere.
Mi fa gran piacere che entrambe avete colto questa frattura fra una stanza e l'altra...attraverso di essa ho cercato di far sentire qualcosa che il titolo richiama esplicitamente.
Vi ringrazio per la vostra premurosa attenzione.
Un gentile saluto
Yorck



il 23/01/2009 alle 11:35

triste, molto forte, tragedia di un amore finito che non vuole finire, morire anche quando é finita!! brava ti apprezzo molto e mi piacciono molto le tue parole molto abbinate molto ricercate!!! un grosso abbraccio radiosa

il 23/01/2009 alle 11:44

La tua verità mi dà da pensare e la condivido quasi in pieno, in quanto - ma una risposta del genere l'avevo già data ad una commentatrice di questa poesia - in effetti, se ragion non fingo, posso considerare l'addio un dolore immenso, "più grande", preceduto da dolori di minore intensità, che potrebbero essere definiti "a spizzico". Mentre dovrei meglio comprendere cosa intendi tu per "intervallo". Io fra i due tipi di dolori ci scorgo una frattura che vivo internamente, e che mi segnerà per sempre, aggiungendosi a tutte le mie lacerazioni. Dopo questo addio io non sarò più esattamente quello che ero prima, sarò sempre io, certo, ma con una frattura decisiva in più. Mi sentirò cambiato, nel meglio o nel peggio. Non c'è per me intervallo, in questo senso.
Quanto ai motivi del brusco passaggio dal classicismo al "simbolismo" ho risposto sia a te sia a liz alla rispota di liz...
Ti ringrazio per le tue osservazioni, l'attenzione e il commento.
Un salutone
Yorck

il 23/01/2009 alle 11:54

Grazie radiosa per il tuo commento entusiasta,
mi ha baciato il cuore.
Un caro abbraccio
Yorck

il 23/01/2009 alle 11:58

ti sono vicina mia cara poetessa
sii sempre te stessa
anche quando il tuo pianto
raggiunge il cuore stanco
stanco di morire
stanco di reagire
PERCHÉ
la vera VIta
non potrà mai finire!!!!


quando vuoi scrivimi saro sempre pronta ad aiutarti se tu vorrai!! radiosa

il 23/01/2009 alle 18:02

Ti hanno già detto tutto tutti, mi associo solo per farti i miei complimenti. Un carissimo saluto. Giorgio

il 24/01/2009 alle 00:43

Ricambio il saluto.
Ma mi sono convinto che tu non sei una cosa
che si somma alle altre, non per me.
Ma uno dei miei cinque poeti prediletti di ph.
Attendo infatti una tua nuova produzione,
per gustarmela da cima a fondo.
Yorck

il 24/01/2009 alle 01:15

Effettivamente non c'è nulla da aggiunere, se non che mi hai emozioato...
Coplimenti davvero, credo tu sia davvero un grande poeta.
Luca

il 24/01/2009 alle 02:49

Grazie Luca...è per me un onore sentirmi dire queste parole...anche se non penso certo di essere "un grande poeta"...fra te ed altri scorgo cose più belle delle mie.
Ma se ti ho emozionato questo mi basta.
Un salutone
Yorck

il 24/01/2009 alle 13:04

Ti ringrazio, radiosa, sei molto gentile.
Spero solo di non deluderti se ti dico
che non sono una poetessa, ma un poetastro.
Cari saluti
Yorck

il 24/01/2009 alle 13:07

Non avevo ancora commentato questa tua incantevole poesia..anche se il suo tema è davvero molto triste.
Non c'è nulla di più lacerante del vedere la propria parte di cuore piangere..e star male.
Sono certa che anche per lei "vederti piagere è stato come morire..."

Bravissimo come sempre.
Ciao Y
K

il 26/01/2009 alle 10:37

Grazie Klavier per il tuo commento...questo per me
rappresenta un sigillo apposto nel cuore
di questa "davvero molto triste" poesia.

Ciao Kla
Yorck

il 26/01/2009 alle 15:28

I complimenti te li hanno già fatti tutti...io ci metto una minaccia: guarda che io ti seguo...nei versi.

il 22/02/2009 alle 13:50

Grazie Vitale,
almeno di avermi avvertito,
ma il tuo seguirmi nei versi spero sia per te
una esperienza piacevole
come lo è stata e lo è per me seguirti nei tuoi.
Y

il 23/02/2009 alle 00:29