Ciao Regina Luna,
anche in una notte senza senso, porti senso alla tua notte, anche quando la paura di saltare è più forte, rischiari il buio e fai prendere coraggio ad un cuore codardo, che parla e poco conclude. Regista di un cielo scuro, Regina in un cielo chiaro, Regina dell'alba, regista nel tramonto. Girano, calamitati, attorno a te pensieri, in una notte da ubriachi, quando è più facile bere, invece di guardare, quando è più facile sorseggiare invece di affrontare la realtà dei miei giorni, che pur felici, inconcludenti. Finito il lavoro, finito l'obiettivo.
Salto nel vuoto, Regina, salto per cadere, mi contraddico per egoismo squallido, quasi quanto me, che non so per cosa piango, che dico di essere stufa, ma non sputo in bocca alla realtà.
Lo stallo di questo tempo mi stà stretto, ti chiedo di concedermi di andare spingimi e fammi male, con la tua luce che sempre ricorderà le mie ferite, onnipresente, sempre. Invisibile e discreta polvere di luna, che gira tra naso e occhi, i miei occhi, che non hanno fatto altro che guardare. E che altro potevano fare? Guardarono, ti guardano, senza svegliare nessuno, no! Loro sono discreti. Regina concludendo ti saluto, ti bacio, ti stringo. Arrivederci.