Afferra la mia mano
e arrecami conforto
se questa vita sento
sfuggire via veloce
come risacca e polvere,
che dentro vitree alcove
scende a scandire l'attimo
cui vano è porre freno.
Vorrei poter godere
più di una vita intera,
nutrendone memoria,
perché indotta non sia
a perdere altro tempo
in torbidi ricordi
e pallide amicizie,
che più non hanno volto.
L'orecchio sul tuo battito,
lieve carezza inconscia,
attenua il fischio isterico
di questa folle corsa,
fa schermo a un vento gelido,
straziante nelle vene,
dove una brama indomita
rinvigorita freme.
E quest'ansiosa febbre
soltanto il tuo sorriso
di fanciullesco giglio
può render d'improvviso
qual calma senza venti,
placida forma asincrona
che assunse forza viva
da quel battello languido
che Senna risaliva.