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Pubblicata il 16/01/2009
Incarnazione

L’incarnazione divina discende
per salvare ciò che in testa sale,
invece all’aspirina protende
chi l’usa più come antinfluenzale.

Egli vive in un eterno presente
dove passato, presente e futuro
si fondono e guida liberamente
affinché tu stesso fugga l’oscuro.

Egli discende quando un gran numero
d’uomini buoni temono la vita.
Per la sopravvivenza del misero

s’incarna, per spingere in salita
lo spirito accasciato e tenero,
senza fede e debole calamìta.

(sonetto)
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Anche sotto diverso nome, caro Vincenzo le tue poesie si distinguono sempre, sono perle galleggianti in un universo di banalità. In particolare questo sonetto (forma poetica che mi piace molto) racchiude un significato profondissimo in una scorrevole serie di parole semplici ma incisive nel contesto. Sempre felice di leggerto, ti saluto. Giorgio

il 17/01/2009 alle 11:28

Grazie Giorgio. Un forte abbraccio.
Vincenzo

il 17/01/2009 alle 21:05