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Pubblicata il 09/01/2009
Sabrina è tornata.

L’ho vista mentre ero al bar dei delfini.

Aveva negli occhi canestri di dolore

e le braccia svuotate di affetti immortali.

Sabrina era come accecata

non vedeva al di là delle sue lacrime

e tra le braccia deboli

stringeva una possente e disperata pena.

Non scorgeva gli zingari assiepati

all’ombra dei vecchi lampioni

che vendevano fazzoletti di miseria

per un pugno appena di sorrisi.

Non faceva più caso ai gatti acciambellati

sulle rive di un Tevere ammorbato.

Sabrina è davvero tornata.

Ma è impalpabile come una visione
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Non so a chi (e se)sia dedicata questa tua poesia!
Non so se la Sabrina che ti ispira esista davvero o sia solo frutto della tua mente...
Quello che so è che, come al solito, scrivi in
maniera sublime!
Un saluto.
Luca

il 09/01/2009 alle 22:59

Sabrina esiste, purtroppo

il 10/01/2009 alle 07:05

chiunque sia la tua Sabina dolente è un tragico fantasma che aleggia nella mente
felice nuovo anno

il 10/01/2009 alle 08:40

Sa di vita vera e De Andrè la tradurrebbe in musica tanto è bella nel suo involucro tragico.
Un grrrrande inchino
Cesare

il 10/01/2009 alle 11:42

io m'inchino alla memoria di questo nostro grande autore.grazie Saby

il 10/01/2009 alle 12:06

In questa poesia ,si evidenzia il dolore immane di Sabrina che non vede altro intorno a se, che smarrimento e tanta pena...
Come sempre sei abile, nel tracciare tanti segmenti di sentimenti.Brava Anny.
Un abbraccio.dora

il 10/01/2009 alle 13:31

In pochi versi un breve quartiere e un triste personaggio ci sono restituiti quasi nella loro essenza. Davvero bella...oltetutto, nella sua originalità, mi ricorda vagamente quella spledida Sally di Vasco...
Yorck

il 10/01/2009 alle 14:16

Grazie carissima lady, buon anno anche a te.

il 10/01/2009 alle 15:46

grazie carissima...un saluto affettuoso dalla tua anny

il 10/01/2009 alle 15:47

Bisogna saper cogliere ogni aspetto e sentimento dell'animo umano. Anche la disperazione. E tu ci riesci benissimo in questi versi intrisi di malinconia, delusione e sofferenza. Non tutte le persone sanno abbracciare le proprie croci. Alcune le maledicono, altri, ignari, non sono consapevoli che attraverso quella sofferenza riceverenno mille volte la posta perduta. Che il Signore della Vita e della Morte, sappia parlare al cuore di chi sopravvive ad una grave perdita. Un caro saluto, Fabio.

il 10/01/2009 alle 18:30

Grazie per la lettura Yorck

il 10/01/2009 alle 22:47

grazie Fabio. un caro saluto.anna

il 10/01/2009 alle 22:48

troppo buona Serafina...

il 11/01/2009 alle 09:22

Hai ragione, siamo impalpabili perché non vogliamo essere quelli che dovremo essere. Claudio

il 12/01/2009 alle 16:02

nel panorama poetico, quello sublime è sempre gioia leggerti...sei così lirica, così completa...un caro saluto...
gianni vivian

il 12/01/2009 alle 19:55