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Pubblicata il 09/01/2009
Sono qui davanti a te
con l'urlo della tempesta di tamburi e corni
che schiacciano il mio esile canto
e sofferenza sul mio viso rorido di gocce
dove si nascondono lacrime salate
come le tue.

Sono io in questo inverno carico d'una
ubriacante giovinezza volata via
e d'una vecchiaia che umilia la mia stanca carne.

Tramonto.
Fredda raffica che sghimbescia lo stremare
dell'albatro,
l'assalto della cinerea onda sulla rena abbandonata
che s'avventa come per morderla.

Al mio fianco ho soltanto il vuoto
d'una esiliata felicità.
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Mi è piaciuta in particolare nell'ultima parte "Fredda raffica che sghimbescia lo stremare
dell'albatro,
l'assalto della cinerea onda sulla rena abbandonata
che s'avventa come per morderla." versi molto suggestivi come sa essere il mare d'inverno. Ciao.

il 09/01/2009 alle 17:33

il ttolo ricorda la canzone dela Bertè (scritta da Ruggeri) e per certi versi anche alcuni tuoi passaggi la rievocano.
Comunque, complimenti.
E' davvero bella!
Luca

il 09/01/2009 alle 19:00
Jul

Bellissima come la sensazione che ci offre il mare d'inverno: forte, dirompente,inarrestabile,inafferrabile.
Ciao, Jul

il 09/01/2009 alle 20:30

è l'osmosi evocata dal mare d'inverno che mi affascina..

il 09/01/2009 alle 20:43

Descrivi così bene le tue sensazioni e i tuoi sentimenti che sembra di essere lì con te.Un affettuoso saluto.

il 10/01/2009 alle 08:52

La bellezza di questi versi mi abbraccia da fuori
e il loro senso è qui dentro a commuovermi.
Yorck

il 10/01/2009 alle 13:18