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Pubblicata il 08/01/2009
Ed era sempre meraviglia
lo stupore del fiocco di neve,
gli amenti dei pioppi che incipriavano l'erba,
il passare davanti al forno di De Sordi
dove l'anima del frumento si faceva pane
per noi cuccioli sempre affamati,
le nostre voci ancora innocenti che il vento
portava dentro la calle,
le porte di casa sempre aperte,
dell'uva bacò da rubare, delle bacchette
di dulcamara da rosicchiare,
sugli steli d'erba che nei silenzi crescevano
senza far rumore.

Qui mio padre pitturò di rosso la vecchia stella
della meridiana che tutti dicevano comunista,
qui piantò l'ingordo susino e la pietosa edera
per ricoprire il muro cadente, qui scorrevano
i giorni frementi della mia povera giovinezza
col volo radente dei pipistrelli e l'obito canto
della solitaria civetta come dicevano i vecchi
eppure diventammo ragazzi con la bocca
della fontana che lavava i nostri petti glabri
e spegneva l'arsura dopo la corse matte
in bicicletta quando il sole colava oro e le mele
annurche brillavano d'un rosso violaceo
nel mistero dei tramonti.

Eppure diventammo grandi cercando di aprire
lo scrigno dei sogni, contando i giorni dei primi
peli della barba, della voce che cambiava,
del turbamento dei sensi, della prima sigaretta
fumata di nascosto, cercammo di catturare
quello spicchio di Cielo che tocca in sorte
ad ognuno di noi con la Vita che complice ci
Sorrideva
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le tracce ,a volte sembrano coperte da polvere poi il vento fà venire a galla attimi intensi preziosi ,di vita ,bravisssimo ,un caro saluto cate

il 09/01/2009 alle 10:48