Siam freddi viandanti
in questo sole di mare in burrasca
e ti stringo la mano
mentre impazza il sussurro;
un tiepido gesto
raccoglie suoni di cembali
o flauti, le vecchie rovine
d’agosto.
E ti stringo la mano
nella notte di un soffio deciso,
appannato il ricordo,
i camini ormai spenti,
la traccia resiste
ai tormenti
alle minacce sbiadite dei fuochi;
un albero spoglio
lo vedo coperto di neve
e la luce d’un auto
m’acceca, a levante
morbido guanto
il sorriso.
Siam traccia vivente
in questa notte di buio e silenzio;
ti accarezza distante
il sorriso di un’arpa
che gela, al tocco d’arcano.
E ti stringo la mano
nella mente di questo
mio niente; or tu dici,
or tu sai, or tu sogni
l’infinita distesa
di quest’onde giganti,
nel tempo e nell’aria
consunta in tappe di scarne magie.
(Per Alice)