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Pubblicata il 05/01/2009
Se il mio sangue
si raggrumasse
celermente
andrei ai crocicchi
ignudo, incurante
delle ferite aperte.
Ma tu, Signore
mi hai impastato
con materia fine.
Se volessi andare
come un pensiero
che traspare
avrei bisogno di
altro sale.
Se ti rendessi
il mio cuore,
ciecamente,
disperatamente,
come ci si dona
a un’amante bellissima,
dopo anni di astinenza,
Tu, Signore,
mi concederai
la perfetta conoscenza?
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Molto buona, in particolare l'inizio - ma la fine?
Forse non l'ho capita o forse ciò che è incomprensibile
è proprio l'idea stessa di una conoscenza perfetta.
Yorck

il 05/01/2009 alle 20:58

Hai ragione, Yorck, l'idea di possedere la perfetta conoscenza rimane per molti un concetto incomprensibile. Probabilmente chi ne è alla ricerca è un folle, un ambizioso, o un sognatore. Ma non è così. Perché la sapenza, cioè la perfetta conoscenza, basta chiederla a Dio per ottenerla.
La differenza tra la conoscenza e la sapienza consiste nel fatto che il sapiente conosce il perché delle cose, degli eventi, della storia. A Re Salomone, narrano i Testi sacri, Dio chiese: "Chiedimi qualsiasi cosa che Io te la darò". Re Salomone non chiese potere, salute, o ricchezze, ma chiese il dono della sapienza e fu esaudito. Spero che anche tu, Yorck, un giorno chiederai a Dio, il dono della piena conoscenza. Un saluto, Fabio.

il 06/01/2009 alle 08:34

Mi fa piacere constatare che parliamo lo stesso linguaggio. Grazie, Alessandra. Fabio.

il 06/01/2009 alle 23:04