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Pubblicata il 24/12/2008
Dispiega quel manto setoso
Restio il buio si placa
stropiccia le vesti di stelle
Affila l’unghia alla luna
Bevendo
le nubi gagliarde
Accoglie
nel grembo l’aurora
prepara il dorso al calore
tra i timidi fasci di luce
ignora i vapori arroganti
dissipa miscele d’inferni
loda i rami mai chini
ripaga in smeraldi le foglie
redime le ali ghiacciate
regala ai miei sogni
il tepore.



Carmen
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molti non elogiano perchè paragonano gli scritti ai loro è la classica invidia italica, che schiattino.....di grande musicalità e rigore poetico...fin quì potrebbe sembrare mestiere ma l'anima non cede allo stile pavone...e si pone primaria e chiede l'esplicarsi di buon costume. ai versi- si percepisce che non scritta per impressionare ma per un'esigenza di dire che si preoccupa di porre con eleganza,armonia e rispetto al lettore....amen............

il 24/12/2008 alle 19:56

Lirica con un crescecdo davvero prezioso volto al culmine pre-estatico di ispirazione o di sacrificio venereo.
Le due interpretazioni, che mi suggeriscono il testo, non sono stridenti tra loro, in contrasto; ma ben potrebbero coinvongere la natura naturata in gesto di natura naturas.
Piaciuta.
Buon Natale.
N.

il 25/12/2008 alle 08:07