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Pubblicata il 16/12/2008
Come foglia d’autunno indifesa nel vento
si lasciava trasportare da ogni corrente
Distinguevo dal suono se pace o tormento
occasionale e sottile il legame alla mente.

Ne piansi il dolore a rimpianger sorrisi
e vidi fatica ad uscir da quel vento
non è che un cuore che a sbalzi improvvisi
a volte plana a volte cede al tormento.

Così ho costruito un cuore di metallo
che resista a vento e munizioni
che mai ceda se pure in fallo,
e indifferente a delusioni.

Quando poi accettai di metterlo al petto
fu il mio corpo ad arrendersi e a cedere di schianto
fu il mio sangue a fluttuare per rigetto
la mia mente dannata a guidare quel pianto.

E forse in quell’attimo trasmisi follia
la natura e la paura creavano illusione
ma bastò l’attimo seguente per capire l’ironia
di un pensiero guidato da esasperazione.
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e si pensa di potersi mettere in petto un cuore di metallo,ma è solo un pensiero folle, di paura, il corpo poi si ribella, ma il solo averlo pensato vuol dire che il tuo cuore non è per niente di metallo.......
intensa e piaciuta
ciao
lilli

il 16/12/2008 alle 19:11

Davvero bravo, complimenti!
Luca

il 16/12/2008 alle 23:27

Grazie...no, il mio cuore non è di metallo ma a volte l'ho sperato

il 17/12/2008 alle 12:11

grazie...

il 17/12/2008 alle 12:12

Senti..non sò come commentarla..perchè non ho parole..hai parlato per me..cm se fossi io..e lo sentita..cavolo se lo sentita..è cm se parlassi di me..è cm se tu sapessi..eh..mi stupisce..eh è strano..cm se fossimo nello stesso mare..e tra le onde non ci vediamo..ma ci siamo tutti e due lì..ArY.

il 17/12/2008 alle 20:29

L'ho scritta per me...ma sono molto fiero che tu te la senta addosso, lo stesso mare...e non ci vediamo, prova a gridare e...raggiungiamoci....fabri.

il 18/12/2008 alle 11:52