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Pubblicata il 02/12/2008
Gocce d’acqua son gl’attimi del giorno,
d’un momento porta il ricordo ognuna
immacolato e fermo nel cristallo,
tagliente come spada di dragone
che Pegaso cavalca all’imbrunire
nell’inseguir di corvi nero stormo.
Precipitando Icaro ali di cera
lamenta sconsolato il suo rimorso
e la cinerea speme di grandezza
che cola sbrodolata dalla piuma
come urina dispersa nel lavabo,
di cui il pungente odore sol rimane.
Sordamente l’accoglie azzurro il mare,
vive ancor nello stomaco dei pesci
e bizzarro attraversa quell’abisso
che tanto del ciel imita il colore.
Alla supplica d’apprension paterna
Indistinta eco da il tuonar dell’onda
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modo molto particolare di scrivere, interessante mescolanza di moderno ed aulico, bello però
ciao lilli

il 02/12/2008 alle 17:12