Grandi, gonfie nuvole grigie,
come navi nel mare
lente, solcano il cielo
spira leggero e grigio un vento,
a tremolar le foglie
per le strade , gonne larghe a fiori
e scialli morbidi sulle spalle,
più non vedi
sono lontane ormai
la primavera e la nostalgia,
lungo i binari lerci dell’abitudine
donne soldato virili,
dietro ai loro occhiali scuri,
ritornano fragili a calpestare
la terra madre e la smarrita identità
tra le sterpaglie umide del mattino
giace un corpo,
il cui grido sale, strisciando,
su lamiere contorte
la, bambini vagano nudi,
nelle discariche,
e nelle foreste
giocano con la morte.
L’anima ci ha lasciati da tempo,
tra i tormenti del giorno
e le paure della notte,
mentre questa mattina
il sole taglia le nuvole
ed indora la collina
altre vittime, ignare,
nelle piazze e nei mercati
sono pronte al sacrificio,
non bastano più lacrime
per loro,
non basta una preghiera.
Cammina assente
ed il respiro più non avverte
come se la vita, inevitabile,
fosse per lei ormai lontana
poi si ferma,
le mani sul grembo abbandonate,
il viso segnato,
che più non si consola.
Oleosa follia che lenta
tracimi dai pori,
un corpo che si scioglie
nelle grate di una fogna.
Sarebbe bello che tu ci fossi padre
perché per noi non c’è più pace,
sarebbe bello che tu ci fossi.
L.T.