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Pubblicata il 24/11/2008
Non sopporto la stanchezza del non fare
quanto il non fare della stanchezza un motivo per dormire.
Rovistare tra i momenti allietanti
per indurre uno sguardo saturo, al buio,
come a farne degli occhi una diga
allo scorrere torrenziale di un pianto.
Come a velare i miei principi per non tradirli
io che amante di una Natura indifferente
mai ho sperato in tanto artificio.
Come cemento che brucia organismi,
deviare sensazioni travolgenti in energia produttiva.
Creare della disperazione una forza
per poi venerarla in quanto esistenza,
chiudendo alla follia la vista di una valle,
per difendere un villaggio fiducioso
costruito sul navigare lento di acque dolci
quando solo Dio poteva guidarne il senso.
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