PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 16/11/2008
che dir mai ,Vate,
ad un concerto di parole
teso ,buio o colorato ad arte
che apprendo
fiumi d'altri sentimenti
che scorrono sempre
eterni,
e tu ti cali dentro
e te ne senti parte.
quel filo illogico
per la fiumana vaga,
ma amniotico per chi respira
dentro la madre verde.
Non è polvere
è presente solitudine
piena di carme.
Tu segui un gigante
con i tuoi piedi
sulle sue orme.
Non si cela il sole
nella sua ombra
quello è autonomo
risplende.
Ma di ciò che resta
io mi nutro,
sorso infinito
che vive aggrappato al niente
a dispetto del tempo.
Si di ogni suono
trapassato eco.
Concerto tutto
su di un piccolo sasso
lo premo
tra il pollice e l'indice,
lo lancio
in mezzo al cerchio.
Non serve conservare orpelli,
quel che conta è il timbro.
  • Attualmente 2/5 meriti.
2,0/5 meriti (1 voti)

E fai bene a nutrirti delle sue parole...e poi sai..egli èil Cesare più GRANDE.....
:-))))))))))
Un grrrrrrande ciao
Di un anonimo
Cesarorso

il 16/11/2008 alle 09:48

va la ,ognuno ha il suo posto ,il tuo è presente ,visibile ,e parere mio e di altri di buon peso e timbro ,ciao orso cesare grandeeeeeeeeee ,abbraccione cate

il 16/11/2008 alle 10:01

Ci sono versi di autori che risvegliano qualcosa che già da tempo preme dentro di noi.
La lettura diviene partecipata e riesce perfino a farsi canto di due voci in perfetta sintonia.
Ciò è successo a te, rileggendo Pavese!
Buonanotte, carissima amica
mati

il 16/11/2008 alle 23:03

grazie mati ,hai ragione ,risvegliano qualcosa che giace ,che non è tua ma t'assomiglia come il mirar con lo stesso stupore l'onda che bagna i piedi ,un 'abbraccione grande a te ,cate

il 17/11/2008 alle 21:27