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Pubblicata il 08/11/2008
Quando indugi nella tua bocca
muta al sorriso, nella notte
di un vento impaziente che ti percuote
le guance livide e informi
come un'anima appassita alla luce,
catturo i tuoi occhi in offertorio
e intreccio le tue lacrime come
corone d'api in dialogo sui petali.
Il tuo dialogo, credimi,
è popolato di spettri dolorosi
di proibiti sogni e precoci infanticidi,
e tu non sai perché tomba
dalle ossa scricchiolanti ti aggiri
e contorci nel dolore che non vuoi
e sradicato dalle mani calde
danzi dolente nel cerchio chiuso
dei tuoi dolori naturali
come matematica della vita.
Oggi ti scolpisco nell'anima
un girasole permanente
che emerga cascata dagli abissi
del tuo intorpidito cuore.
Il tuo silenzio sarà il canto
della cetra libera come il canto
libero che nelle vene sorride
il sangue rosso redento.
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è come una freccia fuori dal cupo bosco ,luce accecante ,bisogna trovare il tempo d'adeguarsi e lo spirito per seguirla ,ma sai che è là ,bella grazie ,cate

il 08/11/2008 alle 08:25

leggendola ho avuto come un brivido,è veramente bella,un salutone

il 08/11/2008 alle 16:37
Jul

Grazie di questa bellissima. Ho "rubato" un petalo di quel girasole.
Giulia

il 08/11/2008 alle 18:44

Bella.
N.

il 08/11/2008 alle 18:47

una chiusa in rinascita.
Molto colpita

smack
liz

il 08/11/2008 alle 21:09

Non avevo mai letto le tue poesie,molte con autentici significati religiosi.Fanno riflettere e forse di questo abbiamo bisogno.Complimenti scrivi molto bene.Un salutone.T.

il 14/11/2008 alle 15:29