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Pubblicata il 27/07/2007
Mi chiedo se sia nel blu del cielo intenso
l’immensità del tempo d’un secondo

mentre le mani si dischiudono a corolla
e l’ala della luce plana nella valle


Come corpo di donna freme l’onda
tra le braccia del sole all’orizzonte,

si dissetano di gemme di cristallo
le labbra di Dio, arse di sale e vento

Rosanna Spina
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Più che un senso, la sensazione che ognuno di noi prova di fronte all'immensità del tempo infinito, e alla voglia di cristallizzarla in un secondo, assumendo l'ndeterminatezza e la non tangibilità del cielo come sua origine (è un modo meno consueto di ricercare la nostra esistenza nel trascendente, se non vuoi chiamarlo Dio...

Questo è quanto ho cercato di concentrare, sfumandolo volutamente, nelle prime due righe.

Le due righe successive:

"mentre le mani si dischiudono a corolla
e l’ala della luce plana nella valle"

dispiegano attraverso due immagini intensamente poetiche (secondo il mio gusto) ciò che da "sensazione" diviene "senso", quello che tu cerchi, sono un soffio di misticismo, che non ha bisogno di un concetto, ma solo di sensibilità da parte del lettore.
Immaginare che le mani si schiudano come un fiore, mentre la luce feconda di sé lo spazio circostante, oltre che le mani stesse, è come inspirare grazia divina e autoconsapevolezza della bellezza che ci circonda, dolce nutrimento dell'anima...


E arriviamo al distico successivo:

"Come corpo di donna freme l’onda
tra le braccia del sole all’orizzonte"

La luce si condensa nell'immagine del sole al tramonto; l'orizzonte è visto come due braccia che racchiudono il mare, che associo al corpo femminile in amore; può piacere o non piacere, ma a me sembra un'immagine romantica e sensuale al tempo stesso; ed è proprio allora che

"si dissetano di gemme di cristallo
le labbra di Dio, arse di sale e vento"

idealmente la sfera poetica è quella in cui si congiungono vari elementi: l'attimo e l'infinito, la luce divina e la fecondità, l'amore, la bellezza; il tutto attraverso una tensione orizzontale e verticale dell'animo che intuisce, sente, vede, gode, ritrova la sua purezza primordiale.

Tutto ciò, in un pugno di parole agitate nel palmo della mano e gettate su un foglio, ma anche chi le legge contribuisce a renderle vive e a dar loro un senso.

Grazie della lettura e del commento.

Rosanna

il 28/07/2007 alle 16:48