Un giorno incontrai un bambino ribelle
aveva negli occhi una luce scostante,
dita svelte e rabbiose coniavan parole
e nel cuore un profondo e misterioso languore.
un bruciore argentino,
un simpatico gioco,
stimolato dal mondo
che al suo tono risponde.
ma una rabbia consueta un gioco assurdo diviene
quando, sian alba o tramonto,
a soffocare le pene
insoddisfazioni pungenti,
impulsi germani,
lievi tormenti
e tremori arcani!
mio caro bambino che poemi produci
parlare si può con umiltà,
diversamente taci.
qui si gioca e si impara e si può con allegria
ma leggere i tuoi commenti per me è sempre un’agonia
sarai anche ingegnoso, sapiente mio scrittore,
ma prendi troppo in giro la gente con un cuore
e quel che è peggio ancora
ostenti erudizione
rischiando di apparire un semplice coglione...
(ops...volevo dire catone)
8/03