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Pubblicata il 03/07/2003
O Eros, che a me
lanciavi la tua vermiglia
sfera, ti credevo nell'oasi
ma eri solo
sangue di fiera rappreso
sotto l'occhio ligneo di una Vergine.
Le mie parole saranno
altrove irte
o vellutate, di seta
o assenzio, colte
da spavento d'amore.
Il tuo mondo sordo
implorava facili frasi,
l'abitudine e il proverbio,
io con le labbra ancora sporche
della tua saliva
soffio una brace
che non si placa e crepita.
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sonod avvero contenta di poter legggere contatnta bellezza in versi infiniti carichi di amore

il 03/07/2003 alle 11:15