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Pubblicata il 14/04/2021
Un fatto eccezionale si verificò quel giorno,
pioveva tutt’intorno e intorno a noi soltanto.
bagnati dalla fronte fin sotto ai piedi stanchi,
sul viso si formava un grosso rivolo,
come una pioggia grossa, ma di pianto.

vicoli di Bisaccia così impossibili,
buoni solo per dare dispiaceri,
erano belli un tempo… da dipingere,
sono ridotti a stupidi cunicoli da evitare.
passano vent’anni e poi ritorni qua,
non ti par vero che tutto e’ cambiato
e cerchi nelle pietre il tuo passato,
sapendo già che mai, sapendo che giammai, ritornerà.

disperazione nel sapersi abbandonati,
perseguitati da condanne astruse
e via di lì ad ululare come un lupo
per poi sorridere ma con sorriso cupo.

convento di Bisaccia, luogo da vivere,
ma non per riscattare solo i fedeli
che, almeno una volta all’anno, ti subissano
di pianti, di lamenti, di richieste da soddisfare.
luogo per ritrovare un po’ di luce
ma rinomato per l’oscurità,
un tiglio come simbolo di pace,
lasciato morire lento, all’ombra della croce che vi sta.

castello di Bisaccia cosa incredibile,
alloggio di potenti e malfattori,
ridotto ad una stalla e ricettacolo
di benemerite ricerche di fetori.
qualcuno, infine, poi, si rifiutò
di condividere quella razione oscena
di un pasto che rendeva pranzo e cena
un cibo nauseabondo, assurdo e che ingoiare non si può.

castello di Bisaccia fatto per vivere,
gli attimi più belli “ da signori”,
ridotto ad una stalla e ad un pericolo,
hai resistito a tutto, impavido, possente e consapevole
del simbolo che sei.
fatto non per la guerra ma per godere,
hai riscattato la tua nobiltà;
ma stanno a farti un trucco che davvero
non si sa come e quando,
ma certamente sta portando,
a condizioni assurde d’inospitalità.

piano regolatore, nato senza pudore,
luogo di perdizione
per chi rifugge da qualche emozione.

nms s.t.
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