Ti sputavo nel padiglione
il mio urlo di rabbia
ero il solo sulla terra
a detestarti
tu ambivi addolorarti
facendo rallegrare le mie ossa
oltre la soglia dell'alba
zaino in spalle, sei sparita
sotto una luna zuccona
come una zoccola davanti al fuoco
fatuo come il tuo odio
che m'hai strappato all'improvviso
per la gioia mi sono scolato
una tanica d'amaro della nonna
cantando a squarciagola
ancora una volta, aurora!
Non giocherò più con te
se hai segato a dadini
i miei tenui intestini
l'ho detto ai quattro venti:
ingoio i cambiamenti
contento d'immergere
l'involucro a bagnomaria
nella vasca di casa mia
e non traballante sopra
stranieri filobus
pregnanti di cus-cus.
Muoio le mie notti affastellate
a carponi schizzo imprecazioni
mentre mi cresce un brufolo
obeso, al centro della mente.
Ho fatto indigestione
di nutella poetica.