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Pubblicata il 25/08/2011
Uscire uscire

dal mattatoio, lasciare

spalancata la porta sul retro

uscire dall'orto senza

calpestare le tombe

delle carote delle lepri e senza

salutare le correnti occidentali

semplicemente afferrare saldamente

i pochi denari nello scomparto di latta

abbrustolire i vecchi fotogrammi

piano la flebile brace

rosicchia e consuma il pallore istantaneo

le tovaglie i pomelli il bricco

di ferraglia smaltata e respirare

l'aria frequente che avvolge

per intero i percorsi

le impronte le tracce e le bionde trecce

degli amori infanti, uscire

ancora una volta senza guardare

indietro avanti dai lati, con lenti

montate su nero telaio

e dopo varcare il cancello

allontanarsi e rimpicciolire

come caccole buffe

nel trambusto silente del cosmo.
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Mi dispiace dirtelo:e'lunga nonchè dispersiva.A presto

il 25/08/2011 alle 21:37

mi è piaciuta, per il senso generale e per le metafore che hai usato

il 25/08/2011 alle 21:47

sono davvero contrito di dovertelo dire, ma è tra le mie migliori poesie.

il 26/08/2011 alle 00:12

grazie arturo

il 26/08/2011 alle 00:13