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Pubblicata il 17/05/2010
E’ il primo di maggio,
corro,
in questa incerta primavera
di erba fresca
che ricopre la campagna,
i suoi cortili antichi
e gli sterrati fioriti
di giallo,di rosso, d’azzurro.
Corro,
e mi viene alla mente
quando pensando al futuro
non né avevo paura.
Oggi, come allora,
corro,
ma il presente ora mi pesa,
questa assenza di colori,
dentro e fuori di noi.
Nell'aria fresca del mattino
la, sul ciglio della strada,
un vecchio silenzioso
sparge lacrime dignitose
e, tutt’intorno a lui,
una luminosa solitudine.
Continuo a correre,
passo oltre la sua testa china,
in questo primo di maggio
che ha il vuoto di una vita,
senza più aria.
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