Pesce fuor d'acqua ,
trainato da gambe malferme.
nonnino dagli occhi glauci e sperduti.
ti incrocio nei meandri
del Labirinto .
e come si trattasse della
la vista di Gesu',
ti inchioda la mia bianca divisa.
tra le mani un foglio scritto in arabo.
" Scusat dottoreè "
"Dite, ma non sono dottoressa"
traduco quelle due righe travestite.
si dissolve il fumo e il buio.
ritorna il chiarore della luce.
e incorniciate dentro le increspature
del tempo, si accendono grate ,
due pupille chiare.
"Grazie grazie dottoreè,"
"Ve l'ho già detto ,non sono dottoressa"
Riprende i suoi passi nel
suo dondolare.
Stampato sul viso,
Un sincero sorriso.
Si volta di nuovo verso di me:
"Nun fa nient dottoreè..."
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