Le corsie si toccano
negli spazi invisibili
laddove è il raduno dei segreti lamenti.
una luce, il suo eco,
è sui ricordi affiorati,
carezza dolori sopiti,
muti,
rassegnati.
sono oltre il tramonto, nel neonato silenzio.
con il bavero alzato, il capo coperto
la mia ombra ritta verso il deserto.
a tratti la vedo, che fiera cammina
come cosa vivente;
a una corda di anni, paziente trascina
quel corpo cadente.
curioso ho cercato nei rami
degli alberi folti,
col naso affamato, le mani ansiose
ad ogni conquista;
i sensi ribelli al viscido
regime della vista.
nel campo dei miei rimpianti
non ho dubbi incolti.
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