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Pubblicata il 06/06/2019
E lei intanto respira tutta l'aria che c'è
se quell'aria è tersa
e boccheggia se si immagina
abbandonata su un'arida spiaggia.

In questo momento
è sola nella brezza
ed avverte bruciori lontani
tra i quali, uno dei più piacevoli
e meno dolorosi
è quello del suo sederino grattugiato
negli scivoli d'argine di tanti anni fa.

tenta un confronto
con la donna di ieri
ma la donna di oggi
le tappa le labbra.

In autunno il buio s'approssima
e non aiuta.
c'è un un tintinnio sibilante
di oggetti lontani,
sono pendagli informi
di rame corroso
che fischiano ed urlano
tra le foglie di fico,
l'albero di Giuda.

Prima di scivolare sotto le lenzuola
sul cellulare appoggiato sul comodino
legge un messaggio.
parla di un gatto mezzo sotto le sue finestre,
di una buonanotte strampalata,
di miagolii innamorati ed altre sciocchezze.
Nonostante la diffidenza
per quei felini di piccola taglia
per un attimo vorrebbe essere una micia
ed in quel preciso istante sorride.

(avveniva d'ottobre, alcuni anni fa)
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E' un assemblaggio tratto da un diario che intitolai "Una giornata ordinaria". Rileggendola pubblicata, effettivamente anche a me appare slegata e incoerente. Non posso ritirarla ma forse è meglio così, a testimonianza di quanta poca attenzione, in alcune circostanze, rivolgo ai lettori. La tua è un'osservazione pertinente, grazie.

il 07/06/2019 alle 10:38