C’ero quando intorno ai tre anni
assaggiasti la polpa di granchio.
il tuo musetto disgustato diceva
tutto; e quando ti cavasti quasi un occhio
col turacciolo a Capodanno.
c’ero quando prendesti un granchio
per non dar retta ai tuoi fratelli.
ma sei il mio più giovane figlio maschio,
e nessuno te ne ha mai fatto una colpa.
e c’ero ogni volta che pur di chiudere il cerchio
sei stato disposto a prenderti
ogni tipo di rischio.
c’ero, anche se lontana, quando raggiungesti il
mali sulla linea immaginaria del Tropico del Cancro.
e iniziai a immaginare come questo male
avesse potuto modificare la linea che ci lega dentro.
ci sono anche adesso che di anni ne hai cinquantatre,
e hai ancora quel musetto; ma Dio non ce l’hai contro.
ti guardo con amore dalla foto sulla credenza, e per te
ci sarò sempre anche se mi ha strappata a voi il cancro.
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