Come compiaciuta,
esibiva solo un assaggio
di quel paesaggio incantato
la vista d’acque,
tutt’intenta a rispecchiare azzurro
il massiccio decorato a panna,
a guisa di gelato rossiccio.
gelosa, offriva un’esile spanna
della distesa d’agri coltivati a rose,
vanitosa come giovane donna,
difesa da colline e poggi custodiva.
e mille cose borbottava al fiume
il torrentello fiero di finire in mare.
insolita atmosfera:
lontane debolezze amorose,
ricordi d’occasioni antiche,
canti e luci gitane ridestava in cuore
di navigati rimpianti e nostalgie
l’intenso profumo ventilava.
così finiva il giorno sotto il monte
oltre i roveti decorati a more
e l’ondeggiante argento dei canneti
consumando l’io nell’orizzonte.
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