Guardavo il sole
calare nel mare
suicidio di luce,
lampi, nell’acqua.
Da un’onda,
tu
splendida Dea,
di notti insonni
di baci, carezze,
gettati su giacigli di grano
in capelli di serpe.
Guance, papaveri rossi
- di risa -
Dama barocca
lasciavi cadere la veste.
sulle dolci colline,
le labbra a perdersi
per cogliere umori
nella tua terra.
La luna, ora,
-falce-
nel cielo
culla un pensiero
...... forse.
La poesia è soffusa da una velata melanconia, dovuta all'inesorabilità del tempo che fugge via, ma il ricordo presto diviene luce, perchè attinge forza dallo splendore e dalla meraviglia della natura.
Un caro pensiero, mati.