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Pubblicata il 22/10/2007
Graffiano stridendo i ricordi
sul vieto vetro della mente
che s’affrallisce ancor più
Ed è viegio il cuor e sonco
L’amor non più regnicolo
vagola per plaghe solitarie
dove solo all’erma affido
il corso fortunale dell’opra mia
Dalchè il viburno volto m’afflisse
Vispo visir
Il cui placet nega ancor
io languo e tremo
nell’attesa che l’anima mia
libera sia
dalla tua suprema
dolce malia.
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Fascinosa, musicale, capibilissima. Bravo

il 22/10/2007 alle 20:27