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Pubblicata il 11/10/2007
Ciò che portiamo non è rancore,
nè odio represso,
nè nulla di somigliante a questi.
Ciò che proviamo è ribrezzo,
conato di vomito
voglia d'altro,
di libertà senza limitazioni,
è voglia di sentire un utopia,
mia.
Senza tiranni
senza schiavi
padroni di noi stessi,
padroni di ciò che l'amore ci ha dato
e di ciò che la legge ci nega.
E' un dito puntato
la mia condanna,
la nostra condanna
al vostro mondo,
siamo fermento,
voglia,
rabbia.
No stato. (IO)
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