Alcuni versi non sono in sintonia con le regole.
Negli haiku sono la forma, il vestito che necessario che ricopre il concetto.
Un esempio: Liquido oro = li-qui-doo-ro=4.
E, mi sembra, ci siano 4 versi così.
La difficoltà è in questo.
Poi che l'aria che si respiri leggendoli piaccia o meno, è... aria fritta.
Rivedili uno per uno e, li ripubblichi.
Io sono nuovo qui. Ma ritengo che le regole vadano rispettate. Se no si scrive ben altro e valgono come mera poesia breve, ma non haiku.
James
Mi puoi fare il copia-incolla della regolaprecisa per cui si dovrebbe pronunciare liquidoro?
Grazie
Rosanna
E' la sinalefe. Ma faccio di più.
Un haiku (俳句, pronuncia giapponese /haikɯ/ con tono basso su /ha/ e tono alto su /ikɯ/, e opzionalmente con abbassamento tonale alla fine, nella catena parlata; pronuncia italiana /'(h)aiku/ o /(h)ai'ku/) è un componimento poetico di tre versi caratterizzati da cinque, sette e ancora cinque sillabe.
È una poesia dai toni semplici che elimina i fronzoli lessicali e le congiunzioni e trae la sua forza dalle suggestioni della natura e le sue stagioni. L'haiku fu creato in Giappone nel secolo XVII e deriva dal tanka, componimento poetico di 31 sillabe che risale già al IV secolo. Il tanka è formato da 5 versi di 5-7-5-7-7 sillabe rispettivamente. Eliminando gli ultimi due versi si è formato l'haiku. Per l'estrema brevità richiede una grande sintesi di pensiero e d'immagine. Tradizionalmente l'ultimo verso è il cosiddetto riferimento stagionale o kigo, cioè un accenno alla stagione che definisce il momento dell'anno in cui viene composta o al quale è dedicata. Soggetto dell'haiku sono scene rapide ed intense che rappresentano, in genere, la natura e le emozioni che esse lasciano nell'animo dell'haijin (il poeta). La mancanza di nessi evidenti tra i versi lascia spazio ad un vuoto ricco di suggestioni.
Gli haiku tradizionali non hanno alcun titolo.
Nei licei americani e in Marocco si insegnano tutt'oggi le tecniche per scrivere haiku. Jack Kerouac ne fu grande appassionato e compositore. In Giappone si calcola che più di dieci milioni di persone (circa il 10% della popolazione) si diletta a scrivere haiku. I gruppi di poeti che si riuniscono per parlare di haiku si chiamano haijin. Pressoché ogni giornale nipponico ha una sezione riservata agli haiku.
Tra i maggiori poeti di haiku si ricordano Matsuo Basho, Yosa Buson, Kobayashi Issa, Masaoka Shiki, Chiyo. Hanno composto haiku anche Jorge Luis Borges (I diciassette haiku), Paul Claudel (Cento frasi per ventaglio), Allen Ginsberg ed Edoardo Sanguineti.
Su wikipedia trovi di più e le regole.
J.
Una culla ben assortita.
Scusa la banalità sfrontata ma del conteggio delle sillabe me ne frega ben poco.. Ora come ora almeno!
Un abbraccio.
Bellissimi haiku sotto tutti i punti di vista. Li trovo eccezionalmente espressivi, ricchi contenuto ed armonicamente perfetti. Appena li ho letti, mi hai veramente fatto sognare. Non avresti potuto fare di meglio. Tieni presente che poeticamente non ci sono mai regole ferree ed è bello ciò che viene espresso con libertà di cuore e di pensiero. ( licenza poetica). Un carissimo saluto ed un abbraccio da Giorgio.
Ma è come se, metricamente, sbagliassi un esametro o un pentametroclassico. Delle due, l'una: o è ignoranza o è pressapochismo.
E non vanno bene né l'una né l'altro.
E se domani, perchè ti piace, sei romantico, inamorato, decidessi di guidare a sinistra perchè è da lì che vedi meglio il Sole, poi fai un frontale? Che dici? Che c'è libertà di cuore e di pensiero?
O, forse, è solo una giovanile presunzione.
Segui le regole, Rosanna e non sentire le Sirene!
J.
Per ora un passaggio veloce per ringraziarvi tutti...
Mi soffermerò in un altro momento, grazie per l'attenzione che tutti voi in maniera diversa mi dedicate.
Vi abbraccio, Rosanna