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Pubblicata il 26/07/2007
Sul filo di lana giace morto,
ma vivo di sè.
Non pensare di ucciderlo,
è lì in bilico,
senza ricordi
cancella
per riscrivere.
E' il filo la sua esistenza,
un riflesso incondizionato
di mille tabù
e di imprese,
eroicamente fallimentari.
L'acrobata vive sul nostro fil di lana,
ne siamo amabili possessori,
prede,
senza mai essere inseguiti.
Ha bisogno di mura bucate
per passare oltre, e liberarsi.
Fa male,
fa male essere scherniti,
mangiati dalla polvere,
rosicchiati come insetti.
Fa male,
l'acrobata è morto in ciò che io,
tu,
noi,
abbiamo lasciato vivere.
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Bella..si legge in un fil di fiato..sospesi in aria in una lotta con se stessi..attenti ad afferrare ogni trapezio offerto dalla vita...

il 26/07/2007 alle 23:20

Bella..si legge in un fil di fiato..sospesi in aria in una lotta con se stessi..attenti ad afferrare ogni trapezio offerto dalla vita...

il 26/07/2007 alle 23:20

Grazie hai letto sicuramente il lato della poesia legato alla sua immediatezza, mi fa piacere ti abbia colpito! Grazie ancora! Matteo

il 27/07/2007 alle 11:53

Grazie della buona osservazione, sai non ho mai avuto il coraggio di far leggere le mie poesie agli altri quindi mi fa molto piacere che riescano ad arrivare e che piacciano! Grazie ancora! Matteo

il 27/07/2007 alle 11:57

La sospensione ci appartiene, concediamoci a quel filo teso, è parte di noi e della nostra ricerca.
Un saluto, mati.

il 27/07/2007 alle 23:23