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Pubblicata il 14/07/2007
Questa volta,
a separarci non c'è che un velo di salsedine
che avvolge leggero i nostri corpi
in un oblio di passione immensa,
ti guardo...
Ma so già di non essere niente
in confronto al tuo respiro.
Mi guardo...
E mi sento vivo nelle tue membra.
La luna è il tuo germoglio
un risorgere eterno
che non conosce tramonti;
in un momento
tutto sembra assumere le tue dolci sembianze,
tanto che il dolore,
anch'esso,
sembra avere odor d'arancia.
Mi compatiranno le tue notti senza sonno,
vuote di sentimenti,
e il cibarmi continuo dei tuoi travagli
mi aiuterà a non piangere,
nell'angheria dei rimorsi.
La mia esistenza vive sul tuo viso,
specchio di contorte raffigurazioni,
dal tuo sguardo dipende il mio essere,
nudo e distratto...
E mille sospiri
parlano per la mia anima cieca,
che niente più è capace di fruire
se non il piacevole grido
della tua stonata mèlica...
E morire.
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