Fermo qui,
ad assaporare parole ferrose.
Mi giungi celeste,
quasi senza nome,
voce di un ricordo che non possiedo.
Non è staticità il verbo,
è solo in noi la più tiepida
e amabile
e desiderabile,
dolce
parola.
Finito il canto
è di nuovo illusione;
la passione che ci deriva dal noi,
più noi,
che noi,
è illusione.
Poi di nuovo un'amabile
e desiderabile,
dolce
parola.
Ricomincia il canto.
Canto.