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Pubblicata il 18/05/2007
Apro le ali
a una conchiglia. Oh!
L'orizzonte.

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bello ,anche se scusami se ti dico che non segue le regole dell'haiku , comunque e' molto bello ,ciao

il 18/05/2007 alle 22:05

Grazie igress.
E' vero che non mi sono attenuto strettamente alle regole dell'haiku, ma mi piaceva troppo così.
Ciao

il 18/05/2007 alle 22:10

e' bellissimo comunque ,scusami non ho voluto fare il maestrino pensa che pochi mesi fa non sapevo neanche che esistessero,ciao

il 18/05/2007 alle 22:11

Nessun problema igress, davvero.
E ancora grazie per il tuo commento che ho invece apprezzato tantissimo.
Ciao

il 18/05/2007 alle 22:31

Breve e immensamente dice tutta la bellezza....
complimenti
sbastos

il 18/05/2007 alle 22:59

Grazie SBASTOS. Un saluto

il 18/05/2007 alle 23:01

non mi sono mai cimentato negli haikù ma cmq il significato è molto bello...complimenti

il 19/05/2007 alle 01:01

Grazie Julian
Ciao

il 19/05/2007 alle 09:03

Non è un haiku e nemmeno una riflessione.
Di grazia, cosa vorrebbe seere?
N.

il 19/05/2007 alle 13:27

L'immagine dell'impossibilità umana a compenetrarsi completamente nell'immensità di ciò che lo circonda, rappresentata dal tentativo di porsi "sulle ali di una conchiglia" (aprirle le ali come aprirsi alle sorgenti del mondo che l'ascolto di una conchiglia può rappresentare) e dalla constatazione - di stupore e di rassegnazione/sfida al tempo stesso, della presenza di un limite - l'orizzonte - il cui segno può garantire rifugio o sfida, conforto o ricerca di superamento di noi stessi (ma che è comunque il limite posto al nostro sguardo inteso come limite alla condizione umana).
Ho cercato, nemoprofeta, di volare un pò con la fantasia pensando che l'immagine della conchiglia per rappresentare il mondo marino - così lontano da noi e così grandioso per tutto ciò che magicamente vi succede - potesse rendere l'idea della ricerca di tutta quella meraviglia che sta intorno a noi e nella quale sovente non riusciamo ad immergerci. Perchè abbiamo quell'ultimo orizzonte di leopardiana memoria - al quale comunque tendiamo - a renderci consapevoli che la nostra sfida "materiale" finisce lì. E che, solo con il "superamento" di noi stessi possiamo oltrepassare.
Chiedo scusa per essermi dilungato troppo e per non aver rispettato i canoni dell'haiku.
E soprattutto per non essere stato evidentemente capace di farmi capire.
Un saluto
Alessio

il 19/05/2007 alle 16:52

Grazie Calogero.
Saluti

il 20/05/2007 alle 12:15