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Pubblicata il 02/05/2007
Questi teneri pioppi e siepi di bosso
che hai raggiunto a fuggire
la solitudine
non celeranno di te il disagio
Visibile all’occhio
linee d’aerei lontanissimi
tagliano la tersa luna in due spicchi
Fola una tromba di squilli lontano
Silenziosa l’aria stiracchia le piume
dell’upupa lassù.
Nella sala apparecchiata
il pianoforte tace e
nel silenzio delle dita
scrivi questo messaggio
agli assenti di sempre che
l’indomani ascolteranno
in piedi applaudendo
Te
che non ci sarai più
l’inutili gesta d’elusione
che strenuamente opponesti
alla prestabilita esclusione
di cui fosti
Vittima ignara
Umile cavalier
D’un sogno d’amore.
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Colgo nella tua lirica ricche ed ariose immagini e connotazioni efficaci.
Un saluto, mati.

il 02/05/2007 alle 11:27