Suono distaccato dal fragore del mondo
quasi d'altri tempi,
assonanze che tornano di lontano
tra gli echi di antiche preghiere
perse tra i ruderi
di una vecchia chiesa di campagna
che poggia le sue mura
su questo immobile tempo
silenzioso come una ruvida cartolina.
A chi giova tale cantilena o lagna?
forse è di conforto a chi non ha ritorno
e all'ombra schiudono
gli ultimi applausi della sera.
Il vento corre spettinando gli alberi
e rapisce lo sguardo che si perde nel verde,
un vasto mare che ha colline per onde
e isolate luci sparse qua e là
incastonate nel buio mosaico della notte
come tante stelle a specchiarsi in esso.
Il cielo sembra rovesciarsi nel vuoto
e un comprensibile disorientamento
si prende gioco di me
orfano di un orizzonte
a dividere in due la notte.
Dalle tenebre sorge il campanile
come un faro
ad indicare la strada
col suono delle sue campane.
Un punto di riferimento nel niente.