PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 15/01/2007
Vecchio rottame che si tiene a galla
forse pe inerzia forse per fortuna
stipati come bestie in una stalla
guardano gli occhi terra ormai lontana

son senza cibo, non hanno da bere
mastican rabbia e bevono nel pianto
gli stracci addosso e’ tutto il possedere
insieme a un grande cuore triste e affranto

qualcuno pensa ai vecchi genitori
qualc’altro ai figli le mogli ed ai mariti
puntano il vuoto quegli occhi impauriti
rotto il silenzio dal rombo dei motori

a destra e a manca chilometri di nulla
Dio quanta beffa tant’acqua tanta sete
cocente il sole la nera pelle spella
pianti e lamenti spezzano la quiete

qualcun si volta con le mani a visiera
cercando dentro il nulla la sua terra
scappato dalla fame e dalla guerra
con la speranza di una vita vera

si mescola l’odore di salsedine
con vomito urina e col sudore
la rabbia si trasforma in inquietudine
qualcuno dorme e qualcun altro muore

e non avra’ una degna sepoltura
una storia mai iniziata gia’ finisce
insieme ai sogni lui fara’ pastura
dilaniera’ le membra qualche pesce

qualcun vivra’ morendo un po’ ogni giorno
perdendo a pezzi ormai la dignita’
e non sara ‘ migliore questo inferno
di quello che ha lasciato un po’ piu’ la’

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Sulle onde muiono tante speranze agitate da gente senza scrupoli.
Il problema degli sbarchi clandestini diventa sempre più visibile ed accorato, ma irrisolvibile.
Un saluto, mati.

il 15/01/2007 alle 11:00

che dire. niente se non che è davvero molto bella.
merita 5 e più.
ciao

il 15/01/2007 alle 12:36

Ecco il "problema" dell'immigrazione visto da un altro punto di vista, quello umano...
Dove la parola "problema" torna al mittente...
Grazie per questo momento di riflessione!

il 16/01/2007 alle 13:50